Ischia News ed Eventi - Il Palazzo Piromallo

Il Palazzo Piromallo

Palazzo Piromallo

Architettura
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Lungo la strada che dal Comune di Forio conduce alla località di Panza, incontriamo, immersa in un soleggiato e vasto podere coltivato a vigneto il bellissimo palazzo Piromallo. Il palazzo fu edificato tra la fine del XVIII e i primi decenni del XIX sec. nell'area di un originario casino di caccia risalente probabilmente al XVIII sec., costruito nei pressi di una cisterna per volontà di una famiglia locale, Pezzillo - Roduero, sul finire del XVIII secolo; si presenta come raffinata villa aristocratica e nello stesso tempo come produttiva azienda vinicola con ampi spazi destinati al ricovero di attrezzature agricole e di specifiche strutture per la pigiatura dell'uva (palmenti) e per la conservazione del vino (cellai).

La semplicità degli ambienti destinati alla lavorazione del vino e l'eleganza degli spazi privati si fondono in un unicum omogeneo di grande bellezza che non trova riscontro in altri esempi di case rurali o coloniche dell'isola d'Ischia.
Purtroppo la tenuta non fu risparmiata dal catastrofico terremoto del 1883. I gravi danni causati dal sisma costrinsero il proprietario di allora alla demolizione del secondo piano della casa, del quale restano visibili i resti degli antiche muri portanti. Oggi la facciata, unica parte del fabbricato, termina a livello del primo piano con una decorazione ottocentesca costituita da pilastrini sormontati da vasi di terracotta. Il terremoto comportò anche la dispersione di materiale documentario, senza il quale è difficile delineare una storia esatta ed esaustiva del luogo anche in relazione alla capacità produttiva delle aree destinate alla vitivinicultura che sicuramente incise in maniera rilevante sull'economia complessiva del paese.
Un lungo viale centrale rispetto al podere ci conduce all'ingresso della villa.
La struttura, realizzata in tufo verde e intonacata di rosso, è a pianta rettangolare e si articola in pian terreno e primo piano. Sull'ampio spazio centrale si aprono alcuni archi, uno sulla sinistra e due sulla destra, e quattro portali dai quali si accedeva a locali destinati ai lavori agricoli: magazzini, stalle, spazi per la lavorazione dell'uva dove vi è l'antico palmento scavato, come era d'uso nella tradizione locale, all'interno di un grosso masso tufaceo. L'arco a sinistra del cortile conduce a uno spazio adibito alla sosta dei cavalli, come testimoniano i ganci fissati alle pareti, e a un deposito di attrezzi; uscendo dall'altro portale ad arco situato di fronte e sormontato all'esterno da un'edicola votiva raffigurante una Crocifissione, si incontra a destra un'altra scala in piperno che conduce al piano superiore.

Dal cortile due rampe in pietra trachitica portano ai locali del primo piano, riservati alla famiglia proprietaria. Sette finestre corrispondono ad altrettante stanze, ricoperte con volta a botte e rivestite di intonaco verde o rosa. Oltre alle camere da letto, vi sono una cucina, un'ampia stanza da pranzo e i servizi; i pavimenti sono in cotto o mattonelle in ceramica; particolari sono le finestre ad oculo.

Nella estremità meridionale del fabbricato vi è la cappella a navata unica, ancora consacrata, decorata con stucchi con sagrestia e scala che si ricollega agli appartamenti del piano nobile dal quale i marchesi proprietari di allora accedevano per prendere posto nel palco riservato e ascoltare la messa che riuniva settimanalmente la comunità contadina.
Accanto alla chiesa, sulla destra, un cancello affiancato da due pilastri sormontati da leoni conduce ad un viale che attraversa il terreno antistante; percorrendolo, al confine della proprietà si trovano due ricoveri per gli animali.

Salendo invece la scalinata che fiancheggia all'esterno la chiesa, si arriva allo chalet in muratura con tetto a spiovente, realizzato da un architetto fiorentino dopo il terremoto del 1883. In questa struttura antisismica si trasferirono momentaneamente gli antichi proprietari. Esternamente l'intonacatura, molto danneggiata, ricorda le strutture in legno tipiche dei paesi d'Oltralpe. L'ingresso principale presenta un portone a cui si accede salendo una breve scalinata in marmo; le pareti esterne dello chalet sono decorate con alcuni motivi geometrici. All'interno le stanze hanno pavimenti in legno; una scala a chiocciola in ferro battuto conduce ad una stanza al piano superiore dotata di balcone con ringhiera in ferro, su cui è saldato uno stemma raffigurante un leone rampante sormontato da una corona. Girando dietro la chalet, superata la cucina in intonaco bianco, si arriva di fronte alla facciata posteriore della villa. Qui è collocato un ingresso secondario, segnalato da un ampio portale in legno con battenti a forma di testa di leone che apre sulla sala da pranzo; accanto, sul muro, si notano i resti dello stemma dei Piromallo. Caratteristiche sono le finestre della facciata posteriore, tutte di forme e dimensioni diverse.
Nonostante il frazionamento dell'eredità è attualmente in corso un importante intervento di restauro che comprende la parte principale della bellissima villa compreso il giardino ricco di piante rare. In una parte delle antiche cantine si continua a svolgere, con attrezzature moderne l'attività agricola che da sempre ha costituito il perno centrale della vita e della storia di questo luogo, inspiegabilmente da molti ignorato o addirittura sconosciuto, che intrecciò la vita aristocratica ed elegante degli antichi proprietari ed il duro, ma pur nobile lavoro della terra svolto dalla comunità contadina.

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