Ischia News ed Eventi - Magazine

Chi l’ha detto che l’autunno porta malinconia – come dice una famosa canzone napoletana degli anni ‘50 – perché cadono le foglie dagli alberi, le giornate sono più corte, l’acqua del mare è più fredda, il sole sempre più tiepido? Ad Ischia l’autunno è un’”estate protratta”. Lo dimostrò scientificamente il prof. Cristofaro Mennella (1907-1976), matematico, fisico e soprattutto fra i precursori in Italia della climatologia e della meteorologia e certamente fra i più grandi scienziati a cui Ischia ha dato i natali. Mennella fondò, con altri studiosi, nel 1944 il Centro Studi su l’isola d’Ischia a cui dedicò tutta la sua vita. Era direttore onorario dell’Osservatorio Geofisico sulla Gran Sentinella a Casamicciola e lottò, con scarso successo, affinché l’Osservatorio diventasse un Centro Pluridisciplinare di Climatologia.

Il numero di Settembre del Magazine IschiaNews ed Eventi ha avuto un’intera pagina di presentazione nell’edizione di lunedì 8 settembre del quotidiano di Ischia e Procida “Il Golfo” la cui direzione ha apprezzato la completezza dell’informazione turistica del numero di “Dolce Settembre” con l’indicazione dettagliata di tutti gli eventi e con un’attenzione particolare soprattutto alla festa di San Michele Arcangelo a Sant’Angelo del 29 e 30 settembre 2014 con la quale si chiude il lungo ciclo delle feste a mare dell’isola d’Ischia.

Forse quello che affascina di più dell’isola d’Ischia è la sua storia. Non la storia dei grandi uomini o dei ricchi “i cui nomi sono scolpiti sugli edifici” come dice Michael Ondaatje, che pure qui è interessantissima, ma la “storia comune” di quello che i francesi chiamano “le petit peuple” cioè il “popolo minuto”.

L’avv. Benedetto Migliaccio, erede di un’antica famiglia ischitana, appassionato storico e bibliografo, ha recuperato dopo 100 anni di abbandono la sua vigna Jesca che si trova nel Comune di Serrara-Fontana e che si estende per circa 14 ettari. L’ha chiamata la “vigna dei mille anni” perché ha mille anni di storia avendo ritrovato il primo documento nell’archivio notarile dove nel 1034 un notaio raccoglie la donazione della tenuta “Jesca”di tal Mellusi al convento dei Benedettini “per la redenzione dell’anima”.

Questo è il Focus di presentazione del numero che, come tutti gli altri, è in italiano ed inglese ed è tirato in 10 mila copie.

Il pellicano è un uccello di mare che si nutre di pesce. Ha corpo massiccio, il piumaggio è bianco e nero ed ha un lungo becco giallo con borsa cutanea. Vive lungo le coste ricche di pesce dei mari temperati.

Si chiama così la barca di  Domenico Barricelli, 55 anni, pescatore di Sant’Angelo d’Ischia che può avere un equipaggio di 6 marinai.

E’ il “Pellicano” che porta ogni anno nella processione a mare del 30 settembre la statua di San Michele Arcangelo, il protettore di Sant’Angelo che si chiama così proprio per il culto all’Angelo protettore venerato come guerriero e guidatore e rappresentato con la spada sguainata sul dragone.

E’ in distribuzione nell’isola d’Ischia il numero di agosto 2014 (5-anno V) del Magazine “Ischianews & Eventi”

Moltissimi anni fa uscì sul “Corriere della Sera” un elzeviro – i racconti-brevi di terza pagina – di Niccolò Tucci (1908-1999). Era dedicato al rapporto tra l’isolano e l’isola.

“La fedeltà dell’isolano all’isola – scriveva Tucci– non è campanilismo perché si estende agli alberi, alle rocce ed al modo stesso di affacciarsi sull’“elemento nemico” e cioè il mare”. L’osservazione è appropriata: quel “non campanilismo” dell’attaccamento dell’isolano all’isola; l’affetto esteso alla natura dell’isola, agli alberi ed alla roccia e perfino al modo stesso di affacciarsi sul mare chiamato l’”elemento nemico” esprimono la natura dell’isolano.

Gli isolani vivono con il mare e non sanno vivere lontano dal mare. Dal mare gli isolani traggono il sostentamento ma nel loro ricordo il mare è soprattutto in tempesta, furioso, minaccioso ed addirittura assassino. Forse per questo Tucci lo chiama “nemico”.

E’ in distribuzione nell’isola d’Ischia il numero di luglio 2014 (4-anno V) del Magazine “Ischianews & Eventi”

La Storia dell’isola d’Ischia è inscindibilmente legata alla sua religiosità. Questa è un’isola “antica” dove l’uomo civile è arrivato dalla Grecia fin dall’ottavo secolo avanti Cristo e non è più andato via. Così come è arrivata la Cristianità prima che altrove. Restituta – la santa patrona dell’isola – è arrivata dal mare portata dal vento di scirocco su di una barca dalla sponde tunisine fin dal IV secolo dopo Cristo. Da allora viene venerata nel tempio di Lacco Ameno ed in tutte le case degli “ischioti” come li chiamava Berkeley nel XVIII secolo. La storia si confonde col mito.

Anche la Diocesi di Ischia è una delle più antiche d’Italia anche se forse la più piccola. Il primo Vescovo si chiamava Pietro e le notizie scarne su di lui risalgono al dodicesimo secolo. Per secoli la Chiesa è stata per gli “ischitani” come si chiamano oggi, una persona in più della famiglia, alla quale bisognava provvedere come le altre, la moglie, la madre, i figli” come disse Mons. Pasquale Polito (1907-1994).

E’ in distribuzione il numero di giugno di “Ischianews & Eventi”, la rivista-guida in italiano ed inglese per il turista dell’isola d’Ischia

Lo rimarcava perfino Julio Jasolino (1549-1639), il medico calabrese alla corte di Napoli nel suo testo fondamentale “De Rimedi naturali che sono nell’isola di Pithecusa oggi detta Ischia descrivendo le popolazioni dell’isola: “a Barano le persone si dilettano grandemente di ballare”. Si riferiva alla “Ndrezzata”, l’antichissima danza di origine greca, che viene custodita a Buonopane, una piccola frazione del Comune di Barano posta a circa trecento metri sul livello del mare.

L’imponente mosaico in ceramica - lungo venti metri opera dell’artista Nello Di Leva – domina la piazza di San Giovanni Battista di Buonopane. Il mosaico in ceramica è stato posto nel 2011 per iniziativa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolino Buono e racconta con immagini significative tutta la storia antica di Barano e soprattutto raffigura la “Ndrezzata”, la più antica danza isolana le cui origini sono ancora oggi avvolte nel mistero e si perdono nella notte dei tempi perché è impossibile trovare una spiegazione compiuta alla “predica del caporale”, che si può leggere sul mosaico.

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