Ischia News ed Eventi - Economia

Ho incontrato Silvio Spaventa (1822-1893) nell’”Intervista sul non-governo” che nel 1977, due anni prima della morte, Ugo La Malfa (1903-1979), uno dei padri nobili della Repubblica, esponente del Partito d’Azione e poi del Partito Repubblicano che definiva “coscienza critica della sinistra”, rilasciò ad Alberto Ronchey.

La Malfa – che nel 1951 come Ministro del Commercio con l’Estero- attuò la “liberalizzazione degli scambi” che fu fattore decisivo per il “miracolo economico italiano” degli anni ‘60 ricorda come affidò ai direttori generali, sulle indicazioni del Ministro, la firma dei permessi di importazione che prima di lui dovevano passare al vaglio ed alla firma del Ministro.

“Secondo me – disse La Malfa – il potere discrezionale con cui l’autorità politica governa, il richiamare a sé tutte le richieste di concessioni, costituisce un cattivo esercizio della potestà di governo… mi capitò di leggere una splendida pagina di Silvio Spaventa su questo. Diceva: mai potere discrezionale. Tuttora, secondo me, uno fra i motivi della degenerazione amministrativa e politica, del malcostume, è nel rapporto alterato fra l’autorità politica e l’amministrazione”.

Trentasette anni dopo quell’affermazione di La Malfa – che è stato uno dei più convinti e più coerenti sostenitori della politica di Programmazione Economica da lui avviata come Ministro del Bilancio nel 1962 con la famosa “nota aggiuntiva” al bilancio dello Stato e della svolta a sinistra con la richiesta di “assunzione di responsabilità di Governo” ai socialisti del PSI – conserva pienamente attualità: nella riforma della Pubblica Amministrazione ci troviamo in Italia nelle stesse condizioni. E’ sempre sul tappeto, nella sua tragica “irrisolvibilità”, la questione della “degenerazione amministrativa e politica”, del “malcostume”, del “rapporto alterato fra l’autorità politica e l’amministrazione”. Sono cambiati i Governi e le classi dirigenti, è caduta una “prima Repubblica” e ne è nata un’altra, sostanziale più che formale, sono scomparsi i partiti “costiutenti” come la DC, il PCI, il PSI, il PLI, e sono nati nuovi partiti sull’onda della cosiddetta obsolescenza delle ideologie e della caduta storica del comunismo che si chiamano Partito Democratico e Forza Italia ed è nato un nuovo “cesarismo” con il ventennio di Silvio Berlusconi; ci sono state nuove leggi di riforma della Pubblica Amministrazione soprattutto negli anni ‘90 con le iniziative del Ministro Franco Bassanini.

Nuovo collegamento Lacco Ameno - Mergellina

Capitan Morgan SpA rende noto che in recepimento di specifica richiesta, i competenti Organi e Uffici della Regione Campania hanno concesso autorizzazione per effettuare il servizio di trasporto marittimo passeggeri per la tratta Lacco Ameno - Mergellina e viceversa.

Il collegamento sarà operato nel periodo compreso tra Venerdì 13 Giugno, data della corsa inaugurale, e Domenica 14 Settembre, nei giorni di venerdì, sabato e domenica, con una frequenza di quattro corse giornaliere verso la terraferma e altrettante in rientro.

Questa iniziativa si prospetta come una valida e opportuna alternativa di collegamento con Napoli, la sua storia, le sue bellezze e le sue tradizioni per gli Ospiti che sceglieranno l’isola d’Ischia per la propria vacanza e prevede una tempistica di collegamento di circa cinquanta minuti.

“Napoli è una città sempre più dipendente economicamente e politicamente”. Così inizia una analisi di Mariano D’Antonio apparsa nei giorni scorsi sulle pagine regionali de “La Repubblica”.

Sono stato allievo di Mariano D’Antonio, professore di economia politica nelle università di Napoli e Roma e uno dei più concreti meridionalisti viventi e ottimo pubblicista, alla facoltà di economia e commercio di Napoli negli anni ‘70 e da allora ho sempre seguito le sue analisi ed il suo percorso politico che lo ha visto assessore al Comune di Napoli ed alla Regione Campania in epoche diverse e con casacche politiche diverse ma sempre fermo nelle sue convinzioni keynesiane cioè per l’intervento pubblico in economia e per una economia programmata.

Siamo il terzo contribuente netto dell’Ue, pur essendo al 12° posto per Pil pro-capite: nel 2012 versati 16,4 miliardi di euro e ricevuti indietro 10,7 miliardi, con un saldo negativo di 5,7 miliardi. Restiamo un mercato molto appetibile e diamo un forte contributo alla competitività europea

Roma, 19 marzo 2014 – L’Italia è il terzo contribuente netto dell’Ue. Il budget annuale dell’Unione europea è di circa 140 miliardi di euro, ovvero poco più dell’1% del Pil complessivo degli Stati membri. Il contributo italiano alla formazione del bilancio comunitario è pari a circa il 12% del totale. Le risorse versate dall’Italia all’Ue sono aumentate dai 14 miliardi di euro del 2007 ai 16,4 miliardi del 2012, mentre gli accrediti effettuati dall’Unione nel periodo si sono aggirati intorno ai 9-11 miliardi all’anno, determinando così un consistente saldo a nostro svantaggio: 6,6 miliardi nel 2011, 5,7 miliardi nel 2012. Sono 12 i Paesi che versano più di quanto ricevono. Il maggiore contribuente netto è la Germania, con un valore cumulato nel periodo 2007-2012 di 52,7 miliardi di euro e un saldo medio annuo negativo per quasi 9 miliardi. Al secondo posto c’è la Francia, con un valore negativo cumulato pari a 33 miliardi di euro e un saldo medio annuo negativo di 5,5 miliardi. L’Italia è il terzo contribuente netto, con 26,7 miliardi di euro cumulati nel periodo e in media 4,5 miliardi all’anno, nonostante noi occupiamo il 12° posto in Europa in termini di Pil pro-capite (25.600 euro per abitante rispetto ai 31.500 euro dei tedeschi e ai 27.700 dei francesi). Nel 2012, in particolare, abbiamo versato 16,4 miliardi di euro e abbiamo ricevuto indietro 10,7 miliardi, con un saldo negativo di 5,7 miliardi. Fra i percettori netti si collocano ai primi posti la Polonia (con 47 miliardi di saldi cumulati nel periodo 2007-2012 e una media di 8 miliardi all’anno), la Grecia (con 27,6 miliardi complessivi e un dato medio annuo di 4,6 miliardi), la Spagna (18,7 miliardi in totale e 3,1 miliardi in media all’anno).

Speso il 52,7% dei fondi comunitari a noi destinati. La dinamica degli accrediti risente anche della capacità progettuale e gestionale dei fondi europei da parte delle autorità italiane. Attraverso i diversi fondi strutturali di derivazione comunitaria e nazionale, nel periodo 2007-2013 l’Italia ha finanziato 52 programmi, per un volume iniziale di risorse pari a 59 miliardi di euro nei 7 anni di riferimento. Oggi l’importo complessivo risulta pari a 47,7 miliardi e il contributo proveniente dall’Unione europea si attesta sui 28 miliardi. Considerando la spesa certificata a partire dal 2009, a fine 2013 risulta assorbita una quota del 52,7%.

Nel corso del 2014 la Compagnia movimenterà 156 mila passeggeri. Le navi toccheranno il porto partenopeo 39 volte, con un +18% rispetto al 2013.

Napoli, 12 marzo 2014 - Inizia con l’approdo odierno di MSC Splendida il 2014 di MSC Crociere al porto di Napoli, che quest’anno prevede un totale di 39 scali, +18% rispetto all’anno scorso.

La flotta del Comandante sorrentino Gianluigi Aponte ha iniziato così la programmazione ai piedi del Vesuvio, con il primo attracco dell’anno ad opera di una delle sue navi più belle che ha riversato a terra più di 4.000 crocieristi.

MSC Splendida, appartenente alla Classe ammiraglia Fantasia, partirà dal capoluogo campano ogni settimana fino a metà ottobre per viaggi di 8 giorni e 7 notti alla volta di alcune delle più belle località del Mediterraneo, tra Francia, Tunisia e Spagna. Previste tappe a Messina, poi a Tunisi, Barcellona e Marsiglia. Rientro in Italia con scalo a Genova prima di tornare a Napoli.

Nel corso dell’anno attraccheranno a Napoli anche MSC Fantasia, una delle altre ammiraglie della flotta, MSC Lirica e MSC Sinfonia che, insieme a MSC Splendida movimenteranno complessivamente di 156.000 crocieristi.

Venerdì 07 Marzo 2014 si svolgerà ad Ischia presso la Biblioteca Antoniana un seminario, organizzato dall’Odcec di Napoli - Commissione Tributi Locali presieduta dal Dottor Pietro Mauro e coordinata dal Consigliere delegato Mario Michelino , in collaborazione con l’U.C.C.L.I. di Ischia sul tema “ La Nuova I.U.C. e il passaggio da Tares a Tari “ .

Dal 1° gennaio 2014 la legge di stabilità 147/13 ha introdotto un nuovo tributo, l’imposta unica comunale, (IUC) che si compone di tre tributi l’IMU, la TARI e la TASI. di cui gli ultimi due diretti rispettivamente alla copertura dei costi del servizio di raccolta e di smaltimento e dei servizi indivisibili.

Mai come questa volta i Comuni saranno tenuti ad approvare i relativi atti regolamentari e tariffari entro tempi utili per assicurare ai contribuenti di adempiere correttamente ai propri obblighi tributari.

La nuova imposta è infatti caratterizzata da una disciplina che necessita l'intervento di adeguamento da parte dei Comuni. Basti pensare alla circostanza che le agevolazioni e le esenzioni della TASI e della TARI sono introdotte con regolamento e che il Comune può stabilire le aliquote TASI fino al loro azzeramento.

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